PROCREAZIONE ASSISTITA

Non siamo soli, non siamo gli unici

Il desiderio di avere un figlio è naturale e comune per la maggior parte delle coppie. Tuttavia, circa il 15% di queste ha problemi di sterilità, spesso senza neanche saperlo.L’infertilità di coppia (mancato raggiungimento di una gravidanza dopo 12 mesi di rapporti non protetti e possibilmente mirati) ha sulla popolazione italiana un’incidenza pari all’11,3% delle coppie in età compresa tra il 25 e 44 anni.
Un dato che tende ad aumentare progressivamente con l’età, passando dal 5,6% nella fascia di età compresa tra i 25 e i 29 anni, all’11,7% nella fascia di età compresa tra i 40 e i 44 anni.
Per superare questi ostacoli, per esaudire quel desiderio naturale e comune, Momò Fertilife garantisce il miglior supporto informativo sulle questioni legate alla fertilità, fornendo tutta l’assistenza necessaria per raggiungere l’esito più felice nel percorso di una coppia, e offrendo trattamenti terapeutici specifici praticati da un team di esperti.

Le cause dell’infertilità

Le cause dell’infertilità possono riguardare il partner maschile, quello femminile o entrambi; in ogni caso si tratta di problemi connessi a patologie non sempre facili da diagnosticare, tanto che in circa il 10% dei casi non è possibile risalire alle ragioni scatenanti di un problema che, in questi frangenti specifici, conduce inevitabilmente alle cosiddette forme idiopatiche.

1 – Il fattore maschile di sterilità è dato da un’incapacità del seme maschile di fecondare l’ovocita. Questa incapacità può essere dovuta ad un’alterazione delle caratteristiche degli spermatozoi (scarso numero, scarsa motilità, morfologia alterata), alla presenza di deformazioni del tratto genitale maschile che impediscono agli spermatozoi normalmente prodotti dal testicolo di essere emessi con l’eiaculazione, o alla mancata produzione di spermatozoi.

2 – L’endometriosi è una patologia caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale all’esterno della cavità uterina. Questo tessuto può essere localizzato in varie sedi: nell’ovaio (dove può dar luogo alle caratteristiche “cisti endometriosiche”), a livello delle tube o dei tessuti che circondano l’utero (legamenti). Meno frequentemente possiamo avere localizzazioni a livello dell’intestino, della vescica, del rene o addirittura, in casi estremamente rari, anche a livello toracico o polmonare.

3 – Il fattore tubarico di infertilità comprende una serie di condizioni che determinano alterazioni o ostruzioni delle tube di Falloppio* generalmente associate a malattia infiammatoria pelvica o a precedente chirurgia pelvica o tubarica. Le alterazioni della funzionalità tubarica possono essere causa di infertilità interferendo con la ricezione dell’ovocita e con la sua migrazione nella tuba, oppure possono determinare un’alterazione quantitativa o qualitativa del fluido tubarico che a sua volta può interferire con il processo di fecondazione dell’ovocita da parte dello spermatozoo. In genere si hanno però delle lesioni ostruttive a carico della tuba. Tali lesioni possono realizzarsi a vari livelli: prossimalmente o distalmente rispetto alla cavità uterina. Mentre le lesioni prossimali possono essere ricondotte ad un processo di risalita dall’utero (processo flogistico ascendente), quelle distali vengono più facilmente ricondotte a processi di tipo infiammatorio che originano dall’intestino e dagli organi pelvici.

4 – Altre cause possono essere ricondotte a fattori di natura interna quali l’iperprolattinemia (ovvero la presenza di prolattina all’interno del sangue in valore superiore rispetto a quello standard); la Sindrome dell’Ovaio Policistico (ovaio di dimensioni superiori alla media con al suo interno numerosi cisti e una superficie esterna punteggiata da un numero anomalo di piccoli follicoli); le amenorree ipo o ipergonadotrope (dove per amenorree si intende l’assenza del ciclo mestruale per almeno tre mesi); fattori legati all’anomalia dell’utero o di tipo vaginale.

Indagini volte ad analizzare il fattore maschile di infertilità

Non siamo soli, non siamo gli unici

Il desiderio di avere un figlio è naturale e comune per la maggior parte delle coppie. Tuttavia, circa il 15% di queste ha problemi di sterilità, spesso senza neanche saperlo.L’infertilità di coppia (mancato raggiungimento di una gravidanza dopo 12 mesi di rapporti non protetti e possibilmente mirati) ha sulla popolazione italiana un’incidenza pari all’11,3% delle coppie in età compresa tra il 25 e 44 anni.
Un dato che tende ad aumentare progressivamente con l’età, passando dal 5,6% nella fascia di età compresa tra i 25 e i 29 anni, all’11,7% nella fascia di età compresa tra i 40 e i 44 anni.
Per superare questi ostacoli, per esaudire quel desiderio naturale e comune, Momò Fertilife garantisce il miglior supporto informativo sulle questioni legate alla fertilità, fornendo tutta l’assistenza necessaria per raggiungere l’esito più felice nel percorso di una coppia, e offrendo trattamenti terapeutici specifici praticati da un team di esperti.

Le cause dell’infertilità

Le cause dell’infertilità possono riguardare il partner maschile, quello femminile o entrambi; in ogni caso si tratta di problemi connessi a patologie non sempre facili da diagnosticare, tanto che in circa il 10% dei casi non è possibile risalire alle ragioni scatenanti di un problema che, in questi frangenti specifici, conduce inevitabilmente alle cosiddette forme idiopatiche.

1 – Il fattore maschile di sterilità è dato da un’incapacità del seme maschile di fecondare l’ovocita. Questa incapacità può essere dovuta ad un’alterazione delle caratteristiche degli spermatozoi (scarso numero, scarsa motilità, morfologia alterata), alla presenza di deformazioni del tratto genitale maschile che impediscono agli spermatozoi normalmente prodotti dal testicolo di essere emessi con l’eiaculazione, o alla mancata produzione di spermatozoi.

2 – L’endometriosi è una patologia caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale all’esterno della cavità uterina. Questo tessuto può essere localizzato in varie sedi: nell’ovaio (dove può dar luogo alle caratteristiche “cisti endometriosiche”), a livello delle tube o dei tessuti che circondano l’utero (legamenti). Meno frequentemente possiamo avere localizzazioni a livello dell’intestino, della vescica, del rene o addirittura, in casi estremamente rari, anche a livello toracico o polmonare.

3 – Il fattore tubarico di infertilità comprende una serie di condizioni che determinano alterazioni o ostruzioni delle tube di Falloppio* generalmente associate a malattia infiammatoria pelvica o a precedente chirurgia pelvica o tubarica. Le alterazioni della funzionalità tubarica possono essere causa di infertilità interferendo con la ricezione dell’ovocita e con la sua migrazione nella tuba, oppure possono determinare un’alterazione quantitativa o qualitativa del fluido tubarico che a sua volta può interferire con il processo di fecondazione dell’ovocita da parte dello spermatozoo. In genere si hanno però delle lesioni ostruttive a carico della tuba. Tali lesioni possono realizzarsi a vari livelli: prossimalmente o distalmente rispetto alla cavità uterina. Mentre le lesioni prossimali possono essere ricondotte ad un processo di risalita dall’utero (processo flogistico ascendente), quelle distali vengono più facilmente ricondotte a processi di tipo infiammatorio che originano dall’intestino e dagli organi pelvici.

4 – Altre cause possono essere ricondotte a fattori di natura interna quali l’iperprolattinemia (ovvero la presenza di prolattina all’interno del sangue in valore superiore rispetto a quello standard); la Sindrome dell’Ovaio Policistico (ovaio di dimensioni superiori alla media con al suo interno numerosi cisti e una superficie esterna punteggiata da un numero anomalo di piccoli follicoli); le amenorree ipo o ipergonadotrope (dove per amenorree si intende l’assenza del ciclo mestruale per almeno tre mesi); fattori legati all’anomalia dell’utero o di tipo vaginale.

 

 

Indagini volte ad analizzare il fattore maschile di infertilità

 

1 – Spermiogramma o analisi del liquido seminale, grazie al quale oltre alle proprietà chimico-fisiche, vengono valutate concentrazione, motilità e morfologia degli spermatozoi presenti nel campione; tali parametri vengono poi confrontati con gli standard di normospermia proposti ed approvati dal WHO (World Health Organization).

1 – Spermiogramma o analisi del liquido seminale, grazie al quale oltre alle proprietà chimico-fisiche, vengono valutate concentrazione, motilità e morfologia degli spermatozoi presenti nel campione; tali parametri vengono poi confrontati con gli standard di normospermia proposti ed approvati dal WHO (World Health Organization).

2 – Esame microbiologico del liquido seminale al fine di valutare la presenza qualitativa e quantitativa delle principali popolazioni di microorganismi (batteri e miceti) aventi un ruolo in alcuni quadri patologici dell’apparato genitale.

3 – Dosaggi degli ormoni luteinizzante (LH), follicolo-stimolante (FSH), prolattina (PRL)e testosterone (T), i cui alterati livelli possono influire sul processo di produzione degli spermatozoi.

4 – Ecografia prostatica e del testicolo, per evidenziare eventuali anomalie anatomico-funzionali o l’assenza di spermatozoi nel liquido seminale, nel qual caso si passa poi ad ulteriori indagini.

5 – MAR test e altri test immunologici, miranti ad accertare l’eventuale presenza di anticorpi adesi alla superficie degli spermatozoi che possono potenzialmente interferire con il trasporto di queste cellule attraverso le vie genitali femminili o con il processo di fertilizzazione.

2 – Esame microbiologico del liquido seminale al fine di valutare la presenza qualitativa e quantitativa delle principali popolazioni di microorganismi (batteri e miceti) aventi un ruolo in alcuni quadri patologici dell’apparato genitale.

3 – Dosaggi degli ormoni luteinizzante (LH), follicolo-stimolante (FSH), prolattina (PRL)e testosterone (T), i cui alterati livelli possono influire sul processo di produzione degli spermatozoi.

4 – Ecografia prostatica e del testicolo, per evidenziare eventuali anomalie anatomico-funzionali o l’assenza di spermatozoi nel liquido seminale, nel qual caso si passa poi ad ulteriori indagini.

5 – MAR test e altri test immunologici, miranti ad accertare l’eventuale presenza di anticorpi adesi alla superficie degli spermatozoi che possono potenzialmente interferire con il trasporto di queste cellule attraverso le vie genitali femminili o con il processo di fertilizzazione.

TEST DI FRAMMENTAZIONE DEL DNA SPERMATICO

Negli ultimi anni l’infertilità maschile sta assumendo un ruolo sempre più importante nell’infertilità di coppia. L’esame del liquido seminale, non sempre riesce a dare spiegazioni circa le cause che determinano l’infertilità maschile, in quanto non riesce a valutare aspetti particolari dello spermatozoo che potrebbero essere implicati nella sterilità.
Uno dei parametri che sembra particolarmente correlato con la fertilità è la frammentazione del DNA dello spermatozoo, che è appunto una delle cause di infertilità maschile e una delle cause più frequenti dei ripetuti fallimenti dopo ICSI e di aborto.
Esiste un test specifico che permette di evidenziare la presenza di questa anomalia degli spermatozoi, si tratta del test di frammentazione del dna spermatico.
Questo test infatti mette in evidenza rotture o lesioni del materiale genetico dello spermatozoo.È ormai accertato che uno spermatozoo che presenti rotture anche parziali delle sue catene di DNA non può dar fertilizzazione o se ci riesce dà origine ad embrioni non vitali che o attecchiscono raramente o che causano aborti precoci.Viene stimato normale, un liquido seminale che abbia una percentuale di spermatozoi con DNA frammentato inferiore al 15-20% ; se tale percentuale aumenta potrebbe essere compromessa la capacità riproduttiva.Eseguire il test di frammentazione come complemento allo spermiogramma, dà la possibilità di effettuare una valutazione più approfondita della capacità fecondante degli spermatozoi e attraverso l’interpretazione dei risultati si può definire un corretto programma terapeutico.

CAUSE

I fattori che possono provocare danno al DNA spermatico sono molteplici:

  • difetti di maturazione delle cellule
  • fenomeni apoptotici
  • situazioni di stress ossidativo seminale, cioè uno sbilanciamento tra la produzione di ROS e la capacità antiossidante insita fisiologicamente nel seme per contrastarla
  • varicocele
  • stati infiammatori
  • esposizione a tossine ambientali/alte temperature
  • chemio/radioterapie
  • fumo di sigaretta/droghe

INDICAZIONI

Generalmente si consiglia il test di frammentazione del DNA spermatico nel caso in cui nella coppia sia presente:

  • un fattore maschile
  • abortività ripetuta
  • sterilità idiopatica
  • età maschile superiore a 50 anni.

Tra i diversi test messi a punto per valutare il grado di frammentazione del DNA spermatico, il laboratorio della MOMO’FertiLife ha scelto di avvalersi del SCD test (Sperm Chromatin Dispersion TEST). Il test consiste nella denaturazione controllata del DNA con conseguente estrazione delle proteine nucleari; ciò permette l’apertura della doppia elica di DNA attorno ad un core proteico e con conseguente formazione di un alone di dispersione cromatinica.Il liquido seminale viene fissato e colorato, pertanto quel campione non potrà più essere utilizzato per ulteriori indagini diagnostiche o trattamenti.In base alla risposta clinica si possono distinguere gli spermatozoi con DNA frammentato rispetto a quelli con DNA integro.

Indagini volte a studiare il fattore tubarico

1 – La sonoisterografia, un esame ecografico per lo studio accurato e indolore della cavità endometriale, permette di visualizzare, mediante ecografia transvaginale, eventuali patologie presenti all’interno della cavità (polipi endometriali, miomi uterini sottomucosi, setti uterini).

2 – L’ecografia 3D e 4D permette di memorizzare un certo numero di sezioni delle strutture, al fine di ottenere una ricostruzione dettagliata e tridimensionale delle anatomie che si vogliono analizzare. Tuttavia, mentre l’ecografia 3D permette di visualizzare immagini statiche, quella 4D consente di visualizzare immagini in movimento e in tempo reale. L’utilizzo dell’ecografia 3D e 4D, inoltre, è utile per valutare e misurare malformazioni della cavità uterina (ad esempio un setto), evitando così il ricorso a metodiche diagnostiche maggiormente invasive, come l’isteroscopia.

3 – L’isterosalpingografia consente di diagnosticare le malformazioni uterine, di evidenziare sinechie, polipi e fibromi e di verificare la pervietà tubarica.

4 – La sonoisterosalpingografia consente di diagnosticare la pervietà tubarica e di valutare la presenza di polipi, miomi e patologie uterine endocavitarie.

5 – L’isteroscopia, utilizzata per l’esame della cavità uterina, risulta assai più affidabile per la diagnostica di patologie endocavitarie quali polipi, miomi, setti completi e anche subsetti che a volte non vengono evidenziati da altri esami.

6 – La laparoscopia consente un esame visivo dell’anatomia della tuba e della sua posizione rispetto all’ovaio, oltre a permettere l’identificazione di aderenze e di altre alterazioni morfofunzionali della cavità peritoneale.

Indagini volte a sondare il fattore femminile di infertilità

TEST DI FRAMMENTAZIONE DEL DNA SPERMATICO

Negli ultimi anni l’infertilità maschile sta assumendo un ruolo sempre più importante nell’infertilità di coppia. L’esame del liquido seminale, non sempre riesce a dare spiegazioni circa le cause che determinano l’infertilità maschile, in quanto non riesce a valutare aspetti particolari dello spermatozoo che potrebbero essere implicati nella sterilità.
Uno dei parametri che sembra particolarmente correlato con la fertilità è la frammentazione del DNA dello spermatozoo, che è appunto una delle cause di infertilità maschile e una delle cause più frequenti dei ripetuti fallimenti dopo ICSI e di aborto.
Esiste un test specifico che permette di evidenziare la presenza di questa anomalia degli spermatozoi, si tratta del test di frammentazione del dna spermatico.
Questo test infatti mette in evidenza rotture o lesioni del materiale genetico dello spermatozoo.È ormai accertato che uno spermatozoo che presenti rotture anche parziali delle sue catene di DNA non può dar fertilizzazione o se ci riesce dà origine ad embrioni non vitali che o attecchiscono raramente o che causano aborti precoci.Viene stimato normale, un liquido seminale che abbia una percentuale di spermatozoi con DNA frammentato inferiore al 15-20% ; se tale percentuale aumenta potrebbe essere compromessa la capacità riproduttiva.Eseguire il test di frammentazione come complemento allo spermiogramma, dà la possibilità di effettuare una valutazione più approfondita della capacità fecondante degli spermatozoi e attraverso l’interpretazione dei risultati si può definire un corretto programma terapeutico.

CAUSE

I fattori che possono provocare danno al DNA spermatico sono molteplici:

  • difetti di maturazione delle cellule
  • fenomeni apoptotici
  • situazioni di stress ossidativo seminale, cioè uno sbilanciamento tra la produzione di ROS e la capacità antiossidante insita fisiologicamente nel seme per contrastarla
  • varicocele
  • stati infiammatori
  • esposizione a tossine ambientali/alte temperature
  • chemio/radioterapie
  • fumo di sigaretta/droghe

INDICAZIONI

Generalmente si consiglia il test di frammentazione del DNA spermatico nel caso in cui nella coppia sia presente:

  • un fattore maschile
  • abortività ripetuta
  • sterilità idiopatica
  • età maschile superiore a 50 anni.

Tra i diversi test messi a punto per valutare il grado di frammentazione del DNA spermatico, il laboratorio della MOMO’FertiLife ha scelto di avvalersi del SCD test (Sperm Chromatin Dispersion TEST). Il test consiste nella denaturazione controllata del DNA con conseguente estrazione delle proteine nucleari; ciò permette l’apertura della doppia elica di DNA attorno ad un core proteico e con conseguente formazione di un alone di dispersione cromatinica.Il liquido seminale viene fissato e colorato, pertanto quel campione non potrà più essere utilizzato per ulteriori indagini diagnostiche o trattamenti.In base alla risposta clinica si possono distinguere gli spermatozoi con DNA frammentato rispetto a quelli con DNA integro.

Indagini volte a studiare il fattore tubarico

1 – La sonoisterografia, un esame ecografico per lo studio accurato e indolore della cavità endometriale, permette di visualizzare, mediante ecografia transvaginale, eventuali patologie presenti all’interno della cavità (polipi endometriali, miomi uterini sottomucosi, setti uterini).

2 – L’ecografia 3D e 4D permette di memorizzare un certo numero di sezioni delle strutture, al fine di ottenere una ricostruzione dettagliata e tridimensionale delle anatomie che si vogliono analizzare. Tuttavia, mentre l’ecografia 3D permette di visualizzare immagini statiche, quella 4D consente di visualizzare immagini in movimento e in tempo reale. L’utilizzo dell’ecografia 3D e 4D, inoltre, è utile per valutare e misurare malformazioni della cavità uterina (ad esempio un setto), evitando così il ricorso a metodiche diagnostiche maggiormente invasive, come l’isteroscopia.

3 – L’isterosalpingografia
 consente di diagnosticare le malformazioni uterine, di evidenziare sinechie, polipi e fibromi e di verificare la pervietà tubarica.

4 – La sonoisterosalpingografia
 consente di diagnosticare la pervietà tubarica e di valutare la presenza di polipi, miomi e patologie uterine endocavitarie.

5 – L’isteroscopia, utilizzata per l’esame della cavità uterina, risulta assai più affidabile per la diagnostica di patologie endocavitarie quali polipi, miomi, setti completi e anche subsetti che a volte non vengono evidenziati da altri esami.

6 – La laparoscopia consente un esame visivo dell’anatomia della tuba e della sua posizione rispetto all’ovaio, oltre a permettere l’identificazione di aderenze e di altre alterazioni morfofunzionali della cavità peritoneale.

Indagini volte a sondare il fattore femminile di infertilità

1 – L’approccio più semplice per accertarsi che l’ovulazione si verifichi effettivamente consiste nell’applicazione del metodo della temperatura basale, fondato sull’osservazione di caratteristiche variazioni della temperatura corporea in dipendenza delle diverse fasi del ciclo. Tale metodo è però tutt’altro che affidabile, in quanto impreciso e soggetto facilmente ad errori di misurazione. Pertanto, per ottenere maggiori certezze sull’andamento della follicogenesi, si utilizza il metodo del dosaggio ormonale, volto a stabilire i livelli di FSH, LH ed estrogeni, unitamente ad altri ormoni quali prolattina, ormoni tiroidei e androgeni, che a vario titolo possono influire sul meccanismo dell’ovulazione.

2 – Il test della riserva ovarica misura il livello di tre ormoni presenti nel sangue: due di questi ormoni sono prodotti dalle ovaie e il terzo dall’ipofisi, una ghiandola situata nel sistema nervoso centrale.

1 – L’approccio più semplice per accertarsi che l’ovulazione si verifichi effettivamente consiste nell’applicazione del metodo della temperatura basale, fondato sull’osservazione di caratteristiche variazioni della temperatura corporea in dipendenza delle diverse fasi del ciclo. Tale metodo è però tutt’altro che affidabile, in quanto impreciso e soggetto facilmente ad errori di misurazione. Pertanto, per ottenere maggiori certezze sull’andamento della follicogenesi, si utilizza il metodo del dosaggio ormonale, volto a stabilire i livelli di FSH, LH ed estrogeni, unitamente ad altri ormoni quali prolattina, ormoni tiroidei e androgeni, che a vario titolo possono influire sul meccanismo dell’ovulazione.

2 – Il test della riserva ovarica misura il livello di tre ormoni presenti nel sangue: due di questi ormoni sono prodotti dalle ovaie e il terzo dall’ipofisi, una ghiandola situata nel sistema nervoso centrale.

 

Centro di Procreazione Medicalmente Assistita Via Cala dell’Arciprete, 2 – 76011 Bisceglie (BT) TEL: 080 3962313
Aut. Reg. D. Servizio Accreditamento n° 197 del 29/07/2011 B.U.R.P. n°123 del 04/08/2011 P.iva Cod.Fisc.06736480721
Credit by Allinoneconsulting.

Centro di Procreazione Medicalmente Assistita

Via Cala dell’Arciprete, 2 76011 Bisceglie (BT)
TEL: 080 3962313 

Aut. Reg. D. Servizio Accreditamento n° 197 del 29/07/2011 B.U.R.P. n°123 del 04/08/2011
P.iva Cod.Fisc.06736480721 

Credit by Allinoneconsulting.